Storia dell’assistenza infermieristica: dalle origini del “prendersi cura” al professionista sanitario autonomo e responsabile. L’evoluzione della figura dell’infermiere negli anni e le tappe fondamentali del suo sviluppo.
L’assistenza infermieristica si è strutturata fin dalle origini della storia dell’uomo come aiuto alla vita attraverso le cure esercitate dalle donne. Nella storia dell’assistenza si sono creati da subito due distinti percorsi: la “cura” riservata alla figura maschile del medico, e il “prendersi cura” riservata alla figura femminile delle donne e soprattutto delle madri. Con l’avvento del Cristianesimo cresce l’attenzione verso il prossimo, e le diaconesse favoriscono per la prima volta lo sviluppo dell’assistenza basata sulla fede religiosa come vocazione.
Nel Medioevo il ruolo di assistenza si estende anche alla figura maschile con i monaci nel ‘400, e nello stesso periodo si assiste alla nascita del termine “infirmus” che designa inizialmente una condizione di bisogno, poi rappresenterà il luogo in cui si presterà la cura (infirmarium), e successivamente sarà riferito alla professione infermieristica nello specifico. Con la nascita dei primi ospedali e l’avvento dell’Umanesimo si assiste ad una separazione dell’attività assistenziale da quella medica e, durante l’Illuminismo (‘700), ad una progressiva laicizzazione dell’assistenza; ma gli infermieri vengono ancora riservati all’esecuzione di compiti servili.
Nell’800 la figura di Florence Nightingale rivoluziona la visione dell’infermiera nella società approcciandosi all’assistenza con l’utilizzo di un metodo scientifico, sentendo la necessità di adottare per le cure assistenziali infermiere adeguatamente formate e retribuite. Florence Nightingale è la fondatrice dell’assistenza e del nursing moderno, che ha prestato la sua opera più significativa nell’ospedale da campo durante la guerra di Crimea. È lei che istituì le prime scuole per Infermiere presso l’Ospedale S. Thomas di Londra dove finalmente le infermiere cominciano ad essere formate sia sul piano teorico che clinico.
Sul piano legislativo numerose disposizioni contribuirono allo sviluppo della figura professionale infermieristica. In Italia la prima norma riferita alla professione è il regio decreto-legge 15 agosto 1925 n.1832 che prevedeva l’istituzione di apposite scuole professionali alla fine del quale si conseguiva il diploma di Stato abilitante all’esercizio della professione. Nel 1960 viene emanato il primo Codice Deontologico, tappa importante per la costruzione di un’identità professionale delle infermiere italiane. Tappa fondamentale dello sviluppo della professione infermieristica, è rappresentata dall’emanazione del decreto n.739 del 14 settembre 1994 che detta le disposizioni specifiche relative alla figura dell’infermiere, al profilo professionale ed al percorso formativo. Con il D.M. 24 luglio 1996, il diploma viene sostituito dal diploma universitario con l’ingresso della facoltà di Scienze Infermieristiche nelle università di Medicina. L’abrogazione del mansionario, con la legge 26 febbraio 1999 n.42, permette all’infermiere di passare da una natura tecnica ad una intellettuale (professionista). Nel 2001 il diploma universitario si trasforma in laurea triennale e nel 2004 vengono definite le prove di ammissione per l’accesso al corso di laurea specialistica. Negli anni lo sviluppo della professione continua con l’emanazione dei nuovi codici deontologici (1977, 1999, 2009, 2019) e con il decreto ministeriale 3 novembre 1999 n.509 (modificato dal D.M. 22 ottobre 2004 n.270) che riordina la formazione universitaria dell’infermiere articolandola in cinque livelli: Laurea triennale in Infermieristica, Master di primo livello, Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Master di secondo livello e Dottorato di ricerca.A livello teorico e concettuale nel ‘900 in tutto il mondo si assiste, nel mondo infermieristico, allo sviluppo di numerose teorie e modelli di riferimento che nascono dalla definizione di un metaparadigma del nursing definito da persona, salute/malattia, ambiente e assistenza infermieristica. Le teorie sviluppate negli anni raggiungono il culmine intorno al 1970 e possono essere classificate in tre grandi gruppi:
- teorie correlate ai bisogni (V. Henderson, D. Orem, M. Cantarelli, E. Adam);
- teorie correlate all’interazione (H.E. Peplau, I. Orlando, E. Windenbach);
- teorie correlate al risultato (D. Johnson, C. Roy, M.E. Rogers).
Dal 2000 ad oggi l’assistenza infermieristica continua a svilupparsi approcciandosi alla medicina basata sulle evidenze ed alla rivisitazione e integrazione di nuovi modelli e teorie. L’infermiere sempre più, oltre ai normali contesti di cura, lavora in realtà molto innovative ricoprendo ruoli specifici come l’infermiere di famiglia, il case manager, l’infermiere counselor, infermieri esperti in possesso della laurea magistrale e infermieri specialisti in possesso di master universitari. Oggi l’infermieristica è a tutti gli effetti una professione scientifica e intellettuale esercitata da professionisti sanitari che ogni giorno si prendono cura dei malati e si dedicano alla ricerca, alla formazione e all’educazione sanitaria per il benessere dell’intera popolazione.